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Ribelle – The Brave Incontri Stampa con il regista, la produttrice, le voci italiane del film, e Noemi, la cantante della colonna sonora

27/06/2012 | News |
Ribelle – The Brave Incontri Stampa con il regista, la produttrice, le voci italiane del film, e Noemi, la cantante della colonna sonora

Sono intervenuti oggi per la presentazione stampa del nuovo film della Disney PixarRibelle – the Brave” le voci italiane del film: Giobbe Covatta (Lord Dingwall), Enzo Iachetti (Lord Macintosh), Shel Shapiro (Lord MacGuffin), Anna Mazzamauro (The Witch).


Qual è la differenza fra l’approccio americano e quello italiano nel doppiaggio? E come vi siete trovati nell’interpretare i personaggi di “Il Ribelle The Brave”
Anna Mazzamauro: Nessuna, questo perché non siamo fisicamente presenti sullo schermo ma prestiamo la nostra voce. Io provo un fascino perverso per il doppiaggio da sempre. Ho doppiato “Senti chi parla” e li non avevo problemi tecnici, perché interpretavo il pensiero di una bambina, qui invece ce ne sono stati perché mentre in teatro hai la massima libertà sia fisica che vocale qui hai bisogno di sentirti dire “entra”, una difficoltà per me è proprio quella di dover entrare nel personaggio a tempo.
Enzo Iacchetti: Ho avuto diverse esperienze di doppiaggio nei film d’animazione e sono molto contento che mi abbiano scelto anche per questo film. A prescindere dalla responsabilità del lavoro, che c’è sempre, mi sono molto divertito ad interpretare questo personaggio e mi faceva piacere avere vicino la voce degli altri anche se non erano fisicamente presenti con me in sala.
Shel Shapiro: Questa è la mia prima esperienza nel doppiaggio di un film d’animazione. Per quanto riguarda le differenze con gli Stati Uniti, diciamo che prima di doppiare senti la voce originale e ti rendi conto di quanto siano bravi i doppiatori. È comunque una cosa positiva che ti sprona a dare il meglio.
Giobbe Covatta: è stata una magnifica esperienza che mi ha davvero coinvolto. I tempi del doppiaggio sono molto precisi, non solo per quanto riguarda il sincrono con il labiale del tuo personaggio, o la dizione, ma bisogna anche rimanere sulle stesse corde e gli stessi fiati del doppiaggio americano.

Presenti anche il regista del film Mark Andrews e la produttrice Katherine Sarafian.
Merida non è la classica principessa disneyana, ma piuttosto una principessa, ribelle, e 2.0
M.A: Volevamo rompe la tradizionale idea di principessa, cercare di creare una principessa nuova, una donna non è definita che non deve essere salvata o deve sposarsi per affermare se stessa.
K.S: Era importante creare un personaggio come Merida per noi. Anche se appartiene a un periodo diverso dal nostro volevamo che fosse assimilabile con noi, e dare la priorità al viaggio personale,  quello che ci porta a capire chi siamo veramente.
La Pixar subisce sempre il fascino dell’animazione giapponese dello Studio Gibli. Ci sono dei riferimenti anche in questo film?
K.S.: “Sono delle coincidenze noi amiamo le loro opere e ci ispirano davvero molto le sue opere ma questo film voleva essere un’opera originale, anche se è ambientato in un bosco fantastico.
M.A.: “In realtà c’è un solo momento che era un omaggio registico allo studio Gibli che ho preso da “Porco Rosso”. Per il resto Ribelle è tutto opera nostra”.

Però ci sono delle forti somiglianze con altri film Disney, pensiamo ad Ariel o a Koda fratello Orso, oppure ai gemelli Qui Quo e Qua.
M.A.: “Sono coincidenze, non certo riferimenti voluti. Probabilmente Merida ti ricorda Ariel perché ha lo stesso colore di capelli rossi.
K.S.: “Tutto nella storia non è inserito a caso, ma ha un suo scopo specifico. Merida ha i capelli rossi perché doveva stagliarsi contro il paesaggio delle foreste scozzesi. I fratelli dovevano essere tre perché era un numero funzionale per far fuggire la madre dal castello. Tutto ha un riferimento specifico e comunque originale.
-La storia offre anche un messaggio importante del dialogo della figlia con la madre.
M.A.: Assolutamente si.  . Il film insegna ad avere coraggio, per i genitori signfica trovare il coraggio di lasciar andare i propri figli; mentre per i figli vuol dire avere il coraggio di non allontanare i genitori.

È intervenuta anche la cantante della colonna sonora, Noemi.

Quanto hai contribuito di tuo all’adattamento oltre al prestare la voce?
Con la voce ho contribuito cercando di immedesimarmi nel conteso e nel personaggio, non ho cambiato il testo perché era bello, ho messo la mia voce a disposizione. Bello soprattutto il messaggio che c'è dietro.
La musica si basa sulle sonorità scozzesi, come ti sei trovata con questa tipologia di musica?
Tutti i film Disney hanno una forte ricerca musicale, essendo la protagonista scozzese hanno portato avanti una ricerca su quel genere musicale. Non mi ero mai cimentato con queste sonorità ma mi è piaciuto molto mettermi alla prova.

Eva Carducci

 


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